Il Parco regionale delle Alpi Apuane è il Parco della Vergogna e questa infamia, purtroppo, getta discredito su tutto il territorio apuano e sull’efficacia dell’azione conservativa di un’area dall’ inestimabile valore naturalistico e turistico. L’ultimo atto di questo Ente, il Protocollo d’Intesa sulla viabilità di accesso ai siti estrattivi del Monte Sagro e del Monte Borla, stipulato in data 8 giugno 2016 con la Provincia di Massa Carrara e i Comuni di Fivizzano e di Carrara, finalizzato alla ripresa dell’attività estrattiva nella cave del Monte Sagro e del Monte Borla, prevede la realizzazione ad opera del Parco di una via di arroccamento alternativa alla rete viaria attualmente impraticabile per le frane, il cui onere economico e progettuale sarà sostenuto dal Comune di Fivizzano entro i cui confini amministrativi sono localizzate le cave Crespina e Castelbaito Fratteta. Al Comune di Carrara , al fine di una immediata ripresa dell’attività di cava, in attesa della realizzazione della nuova via, è stato chiesto il passaggio per il centro cittadino di un certo numero di camion trasportanti detriti. E’ bene ricordare che una pregressa ordinanza del Sindaco di Carrara consentiva il passaggio solo ai camion con i blocchi.
Con questo accordo gli Enti firmatari sostengono l’interesse privato di concessionari che per anni hanno sistematicamente violato le leggi comunitarie e disatteso le prescrizioni del Parco in materia di stoccaggio dei detriti, di smaltimento della marmettola e degli olii esausti, inquinando e devastando una zona tutelata per la presenza di SIC e di una ZPS, ad un’altitudine superiore ai 1200 metri. I nostri amministratori, invece, di perseguire e realizzare il bene collettivo , nascondendosi dietro l’alibi della perdita di pochi posti di lavoro, premiano i fuorilegge e i loro sostanziosi profitti. Un mondo capovolto e immorale che vuole continuare l’escavazione in siti estrattivi che producono per la quasi totalità detriti per il carbonato di calcio delle multinazionali. La deriva immorale del Parco è ormai senza controllo e questo scandalo deve cessare per uscire da una situazione di vischioso legame tra amministratori, imprenditori e organi direttivi dell’Ente Parco . In una società civile non è tollerabile che il Presidente di un Ente preposto alla tutela di un’area naturalistica privilegi l’attività imprenditoriale del marmo e faccia finanziare i propri libri dai concessionari, non è ammissibile che il vice presidente sia un dipendente di una multinazionale del marmo, né giustificabile che il Consiglio Direttivo sia formato da persone (eccetto la rappresentante degli ambientalisti) senza margini di autonomia di azione e di pensiero; né pensabile che l’organigramma tecnico dell’Ente sia inamovibile in eterno con un direttore tecnico a vita e con i funzionari, soprattutto, quelli preposti al rilascio dei nulla osta, che non cambiano mai di mansione: né è corretto assistere ai continui attacchi sferrati dal Presidente della Comunità di Parco nei confronti del Piano paesaggistico regionale (approvato il 27 marzo 2015) e dell’ex Assessore Anna Marson che ne fu l’ispiratrice.
Il Coordinamento Apuano torna a chiedere alla Regione Toscana e al Presidente Enrico Rossi le dimissioni del Presidente dell’Ente Parco regionale delle Alpi Apuane (lo aveva già’ fatto , lanciando una petizione , a seguito delle dichiarazioni del Presidente Putamorsi sulla delibera di giunta del 17 gennaio 2014 sul Piano paesaggistico ) e per coerenza, stante il totale asservimento culturale e politico dei consiglieri direttivi, anche l’azzeramento di quest’ultimo organo. Crediamo che sia giunto il momento di portare trasparenza e univocità di azione in un Parco la cui nomea di “filtro legittimante” dell’ attività estrattiva ha assunto eco nazionale ed europeo, inserita nella più vasta questione Apuane, storia e quotidianità della distruzione di una catena montuosa unica e irripetibile.
Il Coordinamento Apuano impegnerà tutte le proprie forze ed energie per far cessare lo scempio ambientale del Monte Borla e del Monte Sagro e per far rispettare la legge sulle Apuane che vieta l’escavazione ai fini della produzione dei detriti e il loro accumulo nei siti estrattivi. Nessuna sostenibilità viaria e nessuna ingegneristica via alternativa, tra l’altro impattante e deturpante del paesaggio, potrà mai annullare il danno ambientale e la perdita dei monti e del loro patrimonio di biodiversità, acquifero e promozionale -turistico.
Per questo motivo il Coordinamento eleva a Luogo del Cuore il Monte Sagro e invita tutte le persone che vogliono preservare queste montagne a sostenere la Campagna dei Luoghi del cuore 2016 del FAI – Fondo Ambiente Italia – firmando e facendo firmare per la montagna sacra alla città di Carrara., direttamente dal sito del FAI a questo link:
http://iluoghidelcuore.it/luoghi/7580
Coordinamento Apuano
Club Alpino Italiano
Legambiente
Italia Nostra
ReTe dei Comitati per la difesa del territorio
WWF
FAI
Società dei Territorialisti
Associazione Amici delle Alpi Apuane
Salviamo le Apuane
Salviamo le Alpi Apuane