«Nessuno vuole entrare nel merito della scelta aziendale che ha spinto il gruppo Carrefour a scegliere di rimanere aperto il 1° maggio, ma non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra più completa contrarietà innanzitutto per il rispetto che abbiamo per i lavoratori”. Sulla decisione della catena di grande distribuzione francese, è chiara la posizione di Confesercenti dalle parole dei responsabili di Lucca e Massa Carrara, Valentina Cesaretti e Adriano Rapaioli, che contestano l’ennesima stortura frutto di una liberalizzazione estrema. “Scelte che oramai si ripetono senza più alcun freno – dicono ancora – e che evidenziano in modo lampante la necessità di un intervento legislativo che affronti in modo chiaro il problema. Ormai da mesi arrivano segnali di una revisione della norma sugli orari ai vari livelli, dal nazionale a cascata sugli altri, ma non accade niente di concreto. La liberalizzazione selvaggia, e non solo sugli orari, sta producendo risultati di anarchia e del “tutti contro tutti”, rendendo di fatto ingovernabili i territori, senza poter più redigere una politica di sviluppo commerciale e di tenuta delle funzioni occupazionali e sociali che il piccolo commercio garantisce». In pericolo secondo Confesercenti proprio il modello del commerciato tradizionale, che prevede anche un rapporto di rispetto tra datore di lavoro e dipendente. Aggiungono Cesaretti e Rapaioli: «Il modello toscano del commercio diffuso che tutto il mondo ci invidia, e che è linfa fondamentale per l’economia locale, rischia di essere spazzato via da politiche nazionali che nascono per incrementare la possibilità di impresa ma che in realtà hanno l’effetto opposto, cioè quello di favorire solo la grande distribuzione a dispetto della piccola o piccolissima azienda commerciale. Grande distribuzione che, nonostante le perdite di fatturati, tira dritto per la sua strada per rifarsi poi, eventualmente, sul lavoratore. Continueremo a farci promotori in tutte le sedi per la riforma necessarie da attuare e chiediamo fin d’ora alle amministrazioni interessate di convocare le parti preposte alla concertazione per un confronto che garantisca tutti gli interessi in causa».
Confesercenti