Vogliamo essere chiari fin da subito: i componenti della lista “Praticamente Democratici” del PD di Pontremoli danno le irrevocabili dimissioni dall’esecutivo dell’Unione Comunale. L’immobilismo del PD pontremolese in questi mesi è esasperante. Quando, al termine del congresso cittadino, abbiamo dovuto pretendere di essere inclusi negli organi politici (cosa non affatto scontata) e abbiamo data la disponibilità a collaborare alla realizzazione della linea politica del PD di Pontremoli pensavamo di fare politica attiva per la nostra città, di favorire un cambio di passo dopo lo scossone delle elezioni del 2016, di promuovere la riscossa dopo le elezioni nazionali del 4 marzo. Invece si ragiona con vecchie logiche da piccolo orticello, senza voglia né di cambiare né di ripartire.
L’attività dell’esecutivo è ridotta al lumicino così come la relazione con il gruppo consiliare della lista “Open Pontremoli”, benché il segretario del circolo ne sia capogruppo. Non solo abbiamo sperimentato difficoltà nel coordinare partito e consiglio comunale ma anche difficoltà a gestire la storica sede del palazzo Petrucci ad oggi sprovvista della luce e sotto la minaccia di sfratto. Le riunioni dell’esecutivo per la preparazione dei consigli comunali non vengono convocate con regolarità e se vengono convocate lo si fa l’ultimo giorno utile senza la preventiva condivisione dei documenti sull’attività amministrativa per le conseguenti analisi e valutazioni. Questa gestione superficiale rende spesso difficile la partecipazione alle riunioni organizzative e la possibilità di dare un serio e costruttivo contributo all’attività dei consiglieri.
Dal punto di vista prettamente politico, l’attività del partito è ferma sia sui temi locali che nazionali. Essere opposizione in un comune non vuol dire bocciare pregiudizialmente le iniziative della Amministrazione; vuol dire fare il lavoro di controllo, di proposte di miglioramento dei provvedimenti, di promuovere il dibattito sull’andamento del comune. Non è assolutamente accettabile che senza alcun dibattito, coinvolgimento degli organi e degli iscritti, il segretario a pochi mesi dal congresso sottoscriva un documento di sfiducia al segretario provinciale ed alla relativa segreteria. Riteniamo che queste operazioni di basso cabotaggio non siano capite da elettori e simpatizzanti e non consentano al PD di ripartire, come tanti iscritti auspicano e sperano.
Alla domanda su cosa possiamo fare, non abbiamo potuto rispondere che con le nostre dignitose dimissioni. Le dimissioni sono ormai definitive, ma sia chiaro: vogliamo continuare a lavorare lealmente nel PD e dimostrare che si può cambiare marcia. Il bene comune e lo spirito di servizio sono alla base, per noi, dell’impegno politico. Per fare attività politica in tempi di antipolitica ci vuole coraggio, consapevolezza e orgoglio del proprio lavoro e dei propri valori e ideali.
Per questo motivo speriamo che le nostre dimissioni possano dare quella scossa di cui il Partito Democratico di Pontremoli ha bisogno.