Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
Poste italiane spa ha in programma l’applicazione, all’interno del proprio piano industriale, del controverso ridimensionamento già presentato in primavera e di poco modificato; il piano comporterebbe la chiusura di 59 uffici postali (solo 6 in meno rispetto al piano presentato in primavera) all’interno della Toscana, ovvero le chiusure degli uffici postali rurali, marginali e montani: 4 in provincia di Arezzo (Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale), 6 in quella di Firenze (Pomino, Marcialla, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma e Castelnuovo d’Elsa), 10 a Grosseto (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella, Borgo Carige, Buriano, Monticello dell’Amiata e Talamone), 8 a Lucca (Mologno, Castelvecchio Pascoli, San Ginese, Lappato, Vorno, San Colombano, Valpromaro e Tereglio), 6 a Massa Carrara (Montedivalli, Vinca, Caprigliola, Serricciolo, Filetto e Canevara), 10 a Pisa (Corazzano, Ghizzano di Peccioli, Legoli, Luciana, Marti, Soiana, Treggiaia, Uliveto Terme, San Giovanni alla Vena e Castelmaggiore), 8 a Pistoia (Calamecca, Cireglio, Grazie, Pracchia, San Mommè, Villa Baggio, Montemagno di Quarrata e Tobbiana), 1 a Prato (Bacchereto) e 6 a Siena (Monticchiello, Pievescola, San Gusmè, Gracciano, Montisi e Serre di Rapolano); le chiusure comporteranno un disagio fortissimo agli abitanti di queste piccole comunità locali, spesso decentrate dai propri capoluoghi, abitate da anziani, per i quali l’ufficio postale rappresenta anche un fondamentale presidio del territorio; contro le chiusure e le riduzioni dei servizi progettate si sono mobilitati cittadini, sindaci, consiglieri comunali e regionali, organizzazioni sociali, l’Anci Toscana (di pochi giorni fa una manifestazione in Lunigiana ha visto il coinvolgimento di oltre 200 persone tra cittadini e amministratori locali) e i cittadini minacciano di occupare gli uffici postali e ritirare i propri depositi; con sentenza n. 332 del 15 luglio il TAR del Friuli ha accolto il ricorso proposto dal comune di Buja in provincia di Udine, annullando i provvedimenti con i quali Poste Italiane, in applicazione del piano di riorganizzazione degli uffici postali, aveva chiuso due uffici postali in due frazioni del Comune; dalla lettura della sentenza, infatti, emerge con chiarezza inequivocabile come i giudici friulani abbiano affermato che l’esigenza di risparmiare può essere un fattore di valutazione da parte di Poste Italiane, ma non può prevalere sull’interesse pubblico allo svolgimento del servizio universale; la presenza capillare di uffici postali anche in comuni montani e difficilmente accessibili è un elemento importante per la popolazione che non possiede mezzi di trasporto privati e per gli anziani, oltre che per imprese, artigiani e commercianti; per queste piccole comunità l’ufficio postale rappresenta un presidio fondamentale, nonché un elemento importante di coesione sociale, economica e territoriale, premettendo un accesso universale a servizi locali essenziali; la chiusura degli uffici postali comporterà un aggravio pesante di tempo e di costi per i cittadini, così come per imprese, artigiani e commercianti già provati dalla crisi e costretti ora a spostarsi, con il conseguente maggiore impatto ambientale; tra i principi che regolano il necessario decentramento dei servizi pubblici vi è la necessità di assicurare alle aree periferiche del territorio le stesse possibilità delle aree urbane e più densamente popolate; questo progetto di chiusura dei servizi degli uffici postali, potrà contribuire ad un ulteriore spopolamento dei centri minori, dei borghi e delle aree rurali, in totale contraddizione con gli interventi che prevedono già ora finanziamenti per le Unioni montane e per i Comuni montani per evitare lo spopolamento e per mantenere la qualità della vita, che rischiano di essere del tutto vanificati se verranno chiusi servizi essenziali come gli uffici postali; alcune zone oggetto di tali riduzioni di sedi postali sono ad alta intensità turistica e questo comporterà una riduzione dei servizi anche per l’utenza turistica che sceglie i borghi minori della Toscana anche per la qualità della vita e dei servizi –: se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda chiarire tale situazione relativa alle innumerevoli sedi che Poste italiane spa ha in programma di chiudere; quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per scongiurare questa ipotesi che avrebbe conseguenze pesantissime per le comunità locali coinvolte e per tutelare il diritto degli abitanti ad avere garantiti i servizi postali e di comunicazioni, nonché il diritto per i pensionati di disporre dalla propria pensione. (4-10296).