Si getta dal camion in corsa, vede l’amico morire atrocemente schiacciato, ma la compagnia assicurativa, la Axa, non intende risarcirlo: il premio dell’assicurazione non le risulta pagato, quando invece il contrassegno e il relativo contratto ci sono e regolarmente firmati. E arriva al punto di chiedergli, pur essendo solo il trasportato del mezzo, l’originale della polizza.
Ha dello scandaloso quello che sta vivendo un cinquantaquattrenne di Carrara, città che è anche teatro della tragedia nella quale l’uomo è stato coinvolto, sulle ripide stradine delle cave di marmo, e che ha avuto anche una vasta eco mediatica.
I fatti risalgono al 6 settembre 2014. L’uomo, che ha un’attività in proprio di trasporto di inerti, si reca per un sopralluogo in vista di un futuro lavoro di asporto di materiale di scarto nella cava della ditta di Escavazione Marmi Lorano II srl di Carrara assieme a un altro autotrasportatore albanese, anch’egli da poco messosi in proprio: Lurand Llanaj, 32 anni. E sale sull’autoarticolato appena acquistato di quest’ultimo.
Per cause ancora in fase di accertamento, però, dopo aver percorso pochi metri lungo la stretta stradina in salita, Llanaj perde il controllo del mezzo che scivola all’indietro: al passeggero per salvarsi non resta che saltare e buttarsi nel vuoto dal camion in corsa, ma le sue grida disperate rivolte all’amico di fare altrettanto restano inascoltate. Il 32anne albanese tenta il tutto per tutto per salvare l’unico suo mezzo di sostentamento, che aveva appena cominciato a pagare, ma non ci riesce e muore sul colpo, schiacciato nella cabina dell’autoarticolato precipitato per oltre trenta metri giù per la scarpata sottostante.
Il cinquantaquattrenne, come hanno fatto i familiari dell’autotrasportatore albanese deceduto, per far valere i suoi diritti e ottenere giustizia si è rivolto a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini: nel volo a terra l’autotrasportatore sopravvissuto ha riportato numerose ferite, ma oltre ai traumi fisici ha subito anche lo shock di vedere morire l’amico, un’esperienza terribile che gli ha lasciato non pochi strascichi psicologici.
La sua situazione dal punto di vista “assicurativo” sembrava “pacifica”, anche a fronte del fatto che era il terzo trasportato. E invece no. La compagnia assicurativa del camion, la Axa, non intende risarcirlo, sostenendo che la loro agenzia non ha emesso alcun contrassegno e che non è stato incassato alcun premio. E arrivando al punto di chiedere al 54enne, che di quel mezzo era solo il passeggero, l’originale della polizza quietanzata. Una richiesta inaudita e peraltro del tutto infondata, in quanto non solo il contrassegno c’è ma il relativo contratto figura anche regolarmente sottoscritto dal consulente Axa: dunque, la polizza è regolarmente quietanzata e la copertura assicurativa è valida a tutti gli effetti.
“Le assicurazioni non sanno davvero più cosa inventarsi pur di non pagare – commenta amaro Ermes Trovò, l’Amministratore Unico di Studio 3A – E’ chiaro che qui il problema è solo interno alla compagnia Axa, tra la sua agenzia e gli archivi centrali telematici del suo ufficio contabilità a cui non risulta il pagamento del premio, che invece è avvenuto. Un problema contabile che non può in alcun modo essere scaricato sul danneggiato, che ha tutti i diritti di essere risarcito e per il quale noi continueremo a batterci in tutte le sedi per ottenere giustizia”.