E’ di nuovo allarme nel campo alimentare. L’OMS ha lanciato una campagna denigratoria sulla carne rossa e sulle carni lavorate molto generalizzata e che rischia di compromettere economicamente un settore produttivo fiore all’occhiello del made in Italy alimentare che rappresenta con un valore complessivo pari a 180 miliardi di euro il 15-20% del prodotto lordo interno annuo. 30 miliardi provengono proprio dal settore delle carni e dei salumi che impiegano nelle intera filiera circa 125.000 persone, con un apporto significativo dell’artigianato con 2400 imprese e 12000 persone impiegate. Un settore che anche nella nostra provincia vanta delle eccellenze riconosciute a livello internazionale, basti solo pensare al lardo di Colonnata, ai prodotti delle Lunigiana e di altre zone.
La ricerca mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro, creando un panico immotivato per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore. E soprattutto i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana. Nulla hanno infatti da spartire con le metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura di tipo ‘naturale’ a base di sale garantite dalle lavorazioni dei laboratori artigiani.
Negli Stati Uniti il consumo e la lavorazione delle carni è invece molto differente con un uso di additivi sicuramente più massiccio rispetto agli artigiani nostrani che sono molto attenti a non esagerarne l’ utilizzo considerata la loro non innocuità.
Grazie alle nuove regole sull’etichettatura, il consumatore comunque può scegliere oculatamente cosa mangiare. Infatti vengono fornite ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto. Sul nostro territorio operano imprese che garantiscono livelli elevati di qualità con produzioni a marchio IGP e DOP , inoltre ben 40 specialità di salumi in Italia hanno ottenuto la denominazione d’origine o l’indicazione geografica, basate su disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime”e tra le eccellenze riconuscite a livello mondiale c’è il lardo di Colonnata.
Bisogna evitare che i consumatori incorrano in paure ingiustificate che nel passato, per situazioni analoghe, hanno provocato senza ragione una psicosi nei consumi che è costata migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo. I produttori di insaccati artigiani, soprattutto locali legati alla lavorazione del lardo hanno da tempo investito volontariamente nella maggiore trasparenza dell’informazione possibile e nella rintracciabilità in etichetta. Due sistemi fondamentali per garantire i consumatori ed evitare la psicosi nei consumi.
Del resto già molti oncologi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco e a spiegare che questi prodotti non sono così pericolosi come apparirebbe ascoltando i risultati di questo studio.