Sebbene il gesto, discutibile, del governo austriaco favorisca e possa favorire letture emotive e polarizzate, esso andrà ricondotto, seguendo l’imperativo della logica razionale, alla mancanza di una politica europea efficace nel far fronte al dramma dei flussi migratori dalle aree di crisi.
Per ragioni di ordine geografico, demografico ed economico, infatti, l’Austria è, al pari di altre realtà statuali, dotata di una capacità ricettiva limitata e limitante (men che meno in grado di sostenere il ruolo di porta d’accesso all’Europa occidentale), un’evidenza non modificabile e che non è possibile ignorare.
Attivare stereotipi razzisti contro Vienna, evocando ad esempio i suoi trascorsi novecenteschi, contribuirà soltanto alla cristallizzazione dell’impasse, danneggiando così le relazioni comunitarie e allontanando la soluzione al problema, con ricadute dalle conseguenze incalcolabili per chi, oggi, cerca un futuro migliore fuggendo dall’Africa, dall’Asia e dal MO.