L’inizio dell’autunno e la concomitante conclusione del periodo di alta stagione turistica offrono al direttore di Confcommercio Imprese per l’Italia – Province di Lucca e Massa Carrara Rodolfo Pasquini lo spunto per alcune riflessioni sull’andamento del comparto sul nostro territorio. “Grazie al cielo – afferma Pasquini –, è proprio il caso di dirlo, le condizioni meteo quest’estate sono state molto buone. Dopo il disastroso clima registrato nel 2014, ciò ha permesso a tutti gli operatori di tirare una importante boccata d’ossigeno”. “Detto questo – prosegue Pasquini -, però, è doveroso compiere un’analisi sull’andamento del commercio e del turismo che vada al di là del bello o del cattivo tempo. I segnali incoraggianti provenienti dall’estate appena conclusa devono rappresentare uno slancio per le imprese, certamente, ma non devono far perdere di vista la necessità di rivedere sul piano normativo, sia a livello nazionale che locale, alcune leggi che rappresentano un autentico ostacolo – e a volta addirittura un pericolo – per uno sviluppo organico e funzionale del tessuto commerciale”. “Sotto questo punto di vista – prosegue Pasquini –, la nostra associazione ribadisce da tempo l’auspicio che venga messa mano alle cosiddette liberalizzazioni che, indiscriminate come lo sono oggi, producono certamente più danni che benefici al commercio. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come le liberalizzazioni abbiano prodotto aperture di attività dello stesso genere super concentrate in certe zone del territorio, creando una offerta del tutto sproporzionata rispetto alla domanda e mettendo così in difficoltà tutti gli operatori che non riescono a tirare avanti, con tutte le ricadute del caso, sia occupazionali che economiche”. “Qua non si tratta di difesa corporativa di chi opera sul territorio da tempo – precisa il direttore di Confcommercio -, ma di un semplice e logico ragionamento: se si consente l’apertura senza controllo di attività commerciali, si hanno e si continueranno ad avere in futuro, se non si interviene, sovraffollamenti in certe zone ritenute più appetibili e una desertificazione in altre, con il risultato che – laddove l’offerta sarà appunto superiore alla domanda – tutte le imprese presenti andranno in difficoltà”. “E’ necessaria una pianificazione organica – chiude Pasquini -, servono piani delle funzioni per ogni territorio e la nostra associazione si batterà per questo, a difesa soprattutto delle attività più deboli che non hanno le forze per sopravvivere in una offerta di mercato illogica e confusionaria come quella attuale”.