Il governatore toscano Enrico Rossi ha annunciato di aver ritirato una richiesta di risarcimento danni da 300 mila euro contro una giornalista toscana freelance “rea” di aver semplicemente fatto il suo lavoro, scrivendo che il presidente è tuttora indagato per lo scandalo della Asl di Massa. Tuttavia, Rossi ha sentito il dovere di accompagnare il gesto con uno strabordante comunicato in cui dice che “non può essere l’anello più debole della catena a pagare per eventuali responsabilità”, quando la vera ragione del suo gesto, caldeggiato dal presidente dell’Associazione stampa Toscana non è la situazione di precariato della cronista, ma gravi problemi di salute della stessa. Insomma, Rossi fa un’opera di bene e poi non perde tempo per scendere in piazza a battersi il petto. “Se Rossi avesse voluto veramente fare una buona azione – spiega il consigliere regionale Claudio Borghi (Lega Nord) – avrebbe potuto assumere la giornalista precaria nell’agenzia di stampa regionale, dove ci risulta abbia di recente impiegato giornalisti con contratti da capogiro. Meglio sarebbe stato se Rossi avesse ritirato la querela in silenzio, in una regione dove l’ultima cosa di cui c’è bisogno è che uno strabordante potere intimidisca con tale prepotenza le poche voci di dissenso”
Lega Nord