Siamo arrivati al taglio del nastro? Ancora no. Rossi ci ha ripensato. Il Noa verrà ufficialmente inaugurato a metà gennaio a due mesi dalla propria entrata in funzione.
Quelli che sono già stati inaugurati sono i disagi, tanti, troppi.
Problemi per i cittadini (vicini e lontani), problemi per gli addetti ai lavori, tutti: medici e personale infermieristico.
Da un modello sbagliato, quello di un ospedale per pochi, nell’ambito di una Sanità male e poco organizzata, non poteva che scaturire una struttura piena di problemi, che è riuscita a disorientare perfino coloro che ci lavorano quotidianamente, che hanno visto mettere a repentaglio spesso anni di esperienza lavorativa sul campo, scaraventati non più in reparti ma in un mercato dove tutti devono sapere fare tutto. Ne subiscono le conseguenze il personale e poi i pazienti, che spesso sono rimandati a casa con la fretta che prevede il modello che piace tanto a Rossi e compagni. Citiamo alcuni dei gravi problemi del nuovo ospedale: i pochi posti letto per Oncologia, le problematiche del Pronto Soccorso e delle ridotte dimensioni della Sala Gessi, l’inesistenza di campo per la telefonia mobile, il parcheggio insufficiente per i dipendenti, ecc. Solo per fare qualche esempio.
Sicuramente Rossi conosce tutte queste problematiche, così come le annose e mai risolte difficoltà in cui versa la nostra Sanità territoriale, priva di sufficienti strutture per le cure intermedie e di personale infermieristico.
Una Sanità che fa scappare verso il privato chi ne ha le possibilità e chi non vuole aspettare mesi per una visita.
Chissà se Rossi inizierà a chiedere scusa a nome suo e della Regione per i milioni di debiti dell’Asl Massa-Carrara per i quali stiamo pagando ancora le conseguenze. Oltre alle scuse aspettiamo, con maggiore interesse, di conoscere i veri colpevoli.
Alessandro Amorese – Fratelli d’Italia