Il piombinese di nascita ma residente a Massa Alessandro Rossi è stato nominato referente regionale in materia di Infrastrutture e Trasporti per Buona Destra, una sigla nuova che guarda al mondo moderato. Lo abbiamo incontrato per saperne di più e per conoscere i programmi del partito per il nosro territorio, anche in vista delle ormai vicinissime elezioni a Carrara.
-Come, quando e perché nasce Buona Destra?
Buona Destra nasce intorno al dibattito creatosi a seguito della pubblicazione del libro “Dalla parte di Jekyll. Manifesto per una Buona Destra” di Filippo Rossi nel 2019 nel quale indica la sua idea di una destra moderna, liberale che si riconduce alla destra europeista, già presente in atri paesi europei come in Francia e Germania che si contrappone al modello italiano sempre più a trazione populista e sovranista. Un modello quindi di destra gentile, europeista, anti totalitarista, aperta al dialogo ed al confronto che ha conosciuto un consenso crescente anche grazie ai social, anche perché la pandemia e le giuste e pesanti limitazioni hanno impedito di realizzare molte iniziative in presenza. Nel 2020 questo movimento di opinione si è costituito in partito con auna assemblea costitutiva dove è stato approvato il manifesto in 20 punti che indica le linee programmatiche che pongono la base dell’azione politica su meritocrazia e lotta al clientelismo, contrasto alla spesa pubblica incontrollata anche a causa di interventi volti solo al mantenimento del consenso politico e di nessun effetto reale positivo sulla crescita del paese, potenziamento della capacità produttiva dell’industria con interventi in favore del miglioramento della competitività, tutela dei diritti individuali e civili e difesa della laicità dello stato. Tra i tanti temi dell’azione politica troviamo anche, ciò che poi in questi ultimi mesi abbiamo visto di primaria importanza, ovvero il rafforzamento delle istituzioni europee e l’avvio concreto del cammino che porti alla costruzione di una vera e propria unione politica dell’Europa. Una politica quindi chiaramente antitetica a quello che finora è stata quella del centro destra così come noto. Mi preme rimarcare che la particolarità di Buona Destra ha calamitato interesse non solo da simpatizzanti di destra moderata ma anche dalla sinistra più liberale e ne fa di fatto un contenitore dove il confronto su tematiche soprattutto etiche e dei diritti è particolarmente interessante.
-Voi siete un soggetto abbastanza nuovo, una destra liberale che prende le distanze dalle frange più radicali. Ma la politica è anche compromesso e certe sigle hanno ancora un peso. Sareste capaci di dire loro sempre di no?
Buona Destra si colloca in una destra liberale ed in questo preciso contesto non c’è spazio per forze sovraniste e illiberali. L’elezione del Presidente della Repubblica sta comportando dei grossi cambiamenti nel cdx, vedremo cosa succederà ma al momento vedo molto improbabile un dialogo con alcune sigle che potrebbero estremizzarsi ancora di più. Noi puntiamo a costruire, insieme ad altre forze ovviamente, un polo liberale di destra che dialoghi costruttivamente con chi gli è più affine, perché appunto la buona politica è anche ricerca del compromesso.
-Quali sono invece i vostri rapporti con Lega, FI e FdI? A livello apuano e nazionale.
Come molti esponenti nazionali hanno dichiarato detto il cdx così come conosciuto non esiste più e quindi siamo attenti alle evoluzioni che ci saranno. A livello locale stiamo dialogando con le forze della Galassia liberale anche in prospettiva delle amministrative di Carrara di quest’anno e di Massa l’anno prossimo. Dialogo che potrà estendersi anche ad altre forze di centro destra che optassero per la discontinuità con il passato. Con FdI sinceramente, al momento non vedo margini per instaurare un dialogo, né a livello nazionale, né locale
-Adesso parliamo di lei, più nel dettaglio: perché ha scelto Buona Destra?
Come tanti ho conosciuto il progetto sui social durante il lockdown del 2019, quando mi sono imbattuto in alcuni post di Filippo Rossi. Da li ho poi letto il libro “Dalla parte di Jekill” e piano piano ho cominciato ad interagire e confrontarmi con altri simpatizzanti, mi sono iscritto e successivamente ho conosciuto Kishore Bombaci, attuale coordinatore regionale del partito, con il quale ho subito trovato una ottima sintonia e una fattiva collaborazione. Per rispondere meglio alla domanda, la mia scelta è stata dettata all’inizio, soprattutto dalla visione laica della società e la particolare attenzione al tema dei diritti individuali e civili a me molto caro, ma anche la sintonia su temi di carattere economico, sociale è significativo.
-Come vede la situazione a Carrara? Il centro-destra può farcela o dopo l’exploit grillino tutto è destinato a tornare alla “normalità”, ossia al centro-sinistra? E voi avete già stretto qualche alleanza?
Io credo che i giochi a Carrara siano ancora siano ancora aperti, penso sia molto difficile una affermazione della coalizione guidata dii grillini ma peserà molto l’affluenza alle urne perché la delusione della cittadinanza è palpabile. Il centro destra non si è presentato fin da subito unito, ulteriore segnale del malessere già vivo da tempo in tutta la provincia e questo è obiettivamente penalizzante. Gli ultimi rumors non fanno che avvalorare come dato di fatto la rottura che apre addirittura a scenari ben diversi da quelli che fino a qualche giorno fa erano previsti. Noi stiamo lavorando per costruire una federazione di forze liberali e riformiste che, ripeto, al momento sono più affini al nostro pensiero. Se ed in che modo si farà lo capiremo molto presto, comunque potrebbe essere un segnale di novità importante e che potrebbe essere esteso anche a Massa per l’anno prossimo.
-Lei per il partito si occupa di Infrastrutture e Trasporti. Sotto questo aspetto quali pensa siano i problemi maggiori per la nostra provincia? E quali sono le ricette che Buona Destra vuole mettere in atto per risolverli?
Su questo tema ci sarebbe da parlarne per ore perché le infrastrutture sono vitali per lo sviluppo economico. Per le caratteristiche del territorio la nostra provincia è particolarmente svantaggiata rispetto alle altre province della Regione e soffre di un isolamento storico che l’ha portata ad essere un po’ ai margini della Regione. Politicamente non si è fatto sistema, lo si vede anche nella recente polemica nata dopo che si è venuti a sapere dell’accordo tra Firenze, Pisa, Lucca e Livorno per la creazione di infrastrutture di collegamento con anche una metropolitana di superficie che colleghi le città e miglioramenti viari verso i porti di Livorno ma anche Piombino. Progetto nel quale né Massa né Carrara sono state coinvolte. Eppure abbiamo un bisogno estremo di migliorare i collegamenti, sia quello ferroviario con la realizzazione di una vera e propria linea ad alta velocità Tirrenica ed il miglioramento di quello locale che penalizza in modo esasperante i pendolari per studio o lavoro. Ma i problemi sono anche stradali, a partire dalla mancanza di una rete viaria di collegamento alternativa all’autostrada sulla costa ed il pessimo stato manutentivo delle strade montane, in capo sia ai comuni alla provincia, senza escludere la disastrosa condizione dei ponti, tema sul quale siamo già intervenuti qualche mese esprimendo la nostra preoccupazione sui risultati dello studio dell’Università di Pisa, su quest’ultimo sappiamo degli interventi recentemente annunciati su 4 ponti. Il quadro non è confortante e per porvi rimedio è necessaria una seria progettualità e programmazione mentre gli Enti vanno in ordine sparso, la Regione dovrebbe arrogare a se coordinare, come fatto per la ricostruzione del ponte di Albiano Magra, stabilire le priorità, ricercare i fondi e intervenire. Il PNRR offre delle opportunità soprattutto per la rete ferroviaria ma i progetti devono essere credibili ed individuare le effettive priorità. Faccio fatica, ad esempio visto che si tratta di un altro tema caldo di questi giorni, a vedere la priorità nella realizzazione del traforo sulla Foce tra Massa e Carrara, opera da 20 milioni, quando tutto intorno la rete viaria va sottacqua ogni qualvolta che piove in maniera intensa, evento sempre più frequente visti i cambiamenti climatici in essere. Si pensa ad un opera ad effetto prima di andare a ragionare su interventi più necessari per la comunità in questo momento.
Nella foto: Alessandro Rossi