Un passo fondamentale è stato fatto nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, organo esecutivo dell’Unione, che ha trovato un accordo sulla prospettiva per una Direttiva Europea sul Salario Minimo. La Direttiva prevede non solo un aumento, o meglio dire una regolamentazione, dei salari minimi ove presenti ma anche un’incentivazione nei paesi che ancora non hanno questo strumento. Chiarisce subito il commissario Ue al Lavoro Nicholas Smith che non intendono obbligare politicamente paesi come l’Italia ad integrare nella contrattazione vigente questo vincolo, dato che la direttiva europea si riferisce ai paesi che hanno meno del 70% dei dipendenti senza un contratto collettivo mentre noi ne copriamo l’85%. Tuttavia vorrebbero accendere un dibattito costruttivo per il bene dei lavoratori. Mette il carico la Presidente della Commissione europea definendolo “un passo che tutela la dignità del lavoratore”.
Il Tempismo di tale evento è più che perfetto dato che ora più che mai si percepisce, soprattutto nella nostra zona, la più grande carenza di personale lavorativo degli ultimi decenni. La crisi Pandemica ha avuto un vero e devastante effetto catalizzatore che ha reso mediatico il sentimento d’inadeguatezza insito ormai da anni nei lavoratori Italiani rispetto agli altri loro colleghi europei. Rincresce che, come era successo per il corretto versamento dei contributi, rimangono esclusi i rider ed i precari stagionali che nel nostro territorio sono per la maggior parte giovani studenti.
La crisi attuale dell’offerta lavorativa speriamo possa sensibilizzare e spingere al ragionamento tutti gli Imprenditori che fino ad ora, arrivando a pagare cifre come 4€/h senza giorno libero, hanno nascosto la testa sotto la sabbia divulgando castronerie del tipo “I Giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare”. L’appello rivolto dalla Commissione agli stati comunitari è un campanellino d’allarme che speriamo le alte sfere non ignorino un’altra volta.
Oggi più che mai Speramus Audire.