Nessun diritto è acquisto per sempre, soprattutto quando si parla di donne. Ancora una volta, infatti, ci troviamo a dover denunciare l’erosione del nostro diritto alla libertà di scelta in tema di Interruzione Volontaria di Gravidanza. Se in molte parti d’Italia l’obiezione di coscienza da parte dei medici rende di fatto inapplicabile la legge 194 sull’aborto, nel nostro territorio tale diritto viene ad essere garantito solo grazie all’eroico sforzo dei pochissimi medici non obiettori.
Martedì pomeriggio la Commissione Progetto Donna per le Pari Opportunità ha preso atto dei dati relativi all’interruzione Volontaria di Gravidanza presso la nostra Asl nel quadriennio 2012/2015, e ha constatato come la percentuale di medici obiettori nel Presidio Ospedaliero Zona Apuana sfiori le quote inammissibili registrate in alcune aree del nostro Paese, e, in particolare, nelle regioni del Sud (con circa l’85% di medici obiettori). Per quanto si tratti di un problema generale e sempre più pressante (la media di incidenza di medici obiettori in Italia è in aumento, arrivando a toccare quota 70%) è evidente che il nostro territorio presenta una sofferenza particolare (decisamente meno preoccupante la situazione in riferimento ad anestesisti e personale non medico, dove la quota di obiettori si assesta al di sotto della media nazionale).
Non stupisce quindi che i dati del “carico di lavoro”, ovvero del numero di Interruzioni Volontarie di Gravidanza effettuate da ciascun medico non obiettore a settimana, restituiscano tutta la sofferenza di un servizio che riesce ad essere garantito solo grazie all’impegno di questi medici e agli sforzi dell’organizzazione (si parla di 2,3 interruzioni praticate a fronte di una media dello 0,8 in altre parti del territorio toscano).
All’interno dei Consultori nostro fiore all’occhiello per quanto concerne la piena e completa applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza se nella zona di costa abbiamo una situazione piuttosto “tranquilla”, con un tasso di obiettori del 40%, la situazione risulta grave e inaudita in Lunigiana, laddove, al momento, non sono in servizio medici non obiettori. Sappiamo che si sta cercando di ripristinare la legalità, facilitando l’arrivo di un medico non obiettore ma chiediamo che si proceda velocemente: la legge consente l’esercizio di tale diritto solo nei primi 90 giorni. E noi, ci possiamo permettere di arrogarci il diritto di temporeggiare? Vogliamo lasciare le donne della Lunigiana da sole in un momento tanto doloroso e difficile della loro vita?
I dati sul numero di interruzioni di gravidanze erogate nell’ambito della nostra Asl sembrano indicare che lo stiamo già facendo, non garantendo il servizio ad una parte importante del nostro territorio. Se, infatti, il numero di interruzioni è rimasto costante negli anni 2012, 2013, 2014 si registra un crollo del 40% nel corso del 2015, proprio in corrispondenza del venir meno della presenza di un medico non obiettore nel presidio di Aulla: forse non tutta la contrazione sarà da imputarsi al fenomeno migratorio ma sappiamo di molte donne costrette a rivolgersi ai servizi della vicina Liguria ed Emilia per poter esercitare il loro diritto all’interruzione di Gravidanza!
Non intendiamo tollerare oltre questa situazione, e anzi, ci sentiamo investite del dovere, non solo morale, di difendere quei diritti conquistati a caro prezzo! Ci rendiamo conto della delicatezza della questione, che vede fronteggiarsi due “diritti” (quello alla scelta consapevole delle donne e quello all’obiezione di coscienza dei medici) e pertanto siamo interessate ad un confronto con i Medici e gli Infermieri per conoscere il loro punto di vista, alla luce di questi dati che sono, a nostro avviso, inaccettabili!
Commissione Progetto Donna per le Pari Opportunità del Comune di Carrara.