La delirante e irresponsabile minaccia di Trump all’Italia (portare i dazi al 100% qualora Roma approvasse la Digital Tax) costituisce una duplice lezione per i sovranisti di casa nostra.
I sovranisti e i nazionalisti stranieri non sono infatti nostri amici ed alleati, se non per raggiungere un obiettivo comune. Sono, al contrario, spinti all’introversione, mossi esclusivamente dall’interesse particolare dei loro paesi, il ché può indurli a diventare nostri avversari, anche pericolosi.
Il no del gruppo di Visegrád alle ipotesi di rivedere i trattati sulla gestione dei profughi, così da alleggerire la nostra situazione, e l’ostilità dell’austriaco Sebastian Kurz*, dell’olandese Mark Rutte e del finlandese Juha Petri Sipilä verso le richieste del Conte I di una maggiore flessibilità sui nostri conti, ne sono ulteriori dimostrazioni.
Al contrario, possono essere, sono e sono state le organizzazioni sovranazionali democratiche (specialmente se con una fisionomia non intergovernativa) a difendere e tutelare il collettivo, tenendo a bada la vecchia “raison d’Etat” con il suo carico di incognite.*
*con la proposta di concedere il passaporto austriaco agli altoatesini tedescofoni, Kurz ha di fatto anche cercato di infliggere un colpo mortale allo Stato italiano, attentando alla sua unità